La carnitina è una molecola di origine naturale sintetizzata dal nostro corpo che svolge funzioni fondamentali per il benessere del nostro organismo. Ma di che si tratta precisamente? E a che cosa serve? Vediamolo insieme nei prossimi paragrafi!

La carnitina è un derivato amminoacidico naturalmente presente nel nostro organismo e prodotto a partire dagli amminoacidi essenziali lisina e metionina, con l’aiuto di cofattori come vitamina C, vitamina B6, niacina e ferro. Essa viene prodotta soprattutto nel fegato e nei reni. Curiosamente, però, questi organi non la immagazzinano in grandi quantità, infatti dopo essere stata sintetizzata, la carnitina passa nel sangue e si accumula soprattutto nei tessuti che richiedono molta energia, come i muscoli scheletrici, il cuore e il sistema nervoso centrale.
In condizioni normali, il corpo riesce a produrre abbastanza carnitina per coprire il proprio fabbisogno metabolico ma ci sono circostanze, come ad esempio malattie croniche, periodi di intenso stress fisico o diete poco equilibrate, in cui questa capacità può non essere sufficiente. In questi casi, diventa importante anche assumere carnitina dall’esterno, attraverso l’alimentazione. Che fare quindi? Vi sveliamo ora tutto ciò che c’è da sapere sulla carnitina!
Carnitina: a cosa serve e quali funzioni svolge?
La funzione principale della carnitina nel nostro organismo è quella di produrre energia trasportando gli acidi grassi a lunga catena dentro i mitocondri, vere e proprie “centrali energetiche” delle cellule. Lì questi grassi vengono trasformati in energia tramite un processo chiamato beta-ossidazione, meccanismo essenziale per produrre ATP, la molecola che rappresenta la fonte diretta di energia per tutte le cellule, indispensabile per mantenerle vive e funzionanti.
Oltre a svolgere questo ruolo cruciale nel trasporto dei grassi, la carnitina ha anche altre importanti funzioni, ad esempio aiuta a eliminare sostanze tossiche prodotte dal metabolismo mitocondriale, comportandosi come una sorta di “spazzino metabolico”, e sostiene il buon funzionamento dei mitocondri in condizioni di stress ossidativo, con un’azione indiretta simile a quella degli antiossidanti.
Grazie a queste proprietà, la carnitina è particolarmente importante nei tessuti che dipendono molto dalla combustione degli acidi grassi per ottenere energia, come i muscoli scheletrici, il cuore e il sistema nervoso centrale. Se i livelli di carnitina si riducono, il trasporto degli acidi grassi all’interno delle cellule diventa inefficiente, la beta-ossidazione rallenta e la produzione di ATP diminuisce. Questo può tradursi in affaticamento muscolare e una sensazione di stanchezza sia fisica che mentale, soprattutto in momenti di stress o sforzo intenso.

Le diverse forme di carnitina
La carnitina non è una sola molecola, ma esiste in diverse forme, ciascuna con caratteristiche specifiche. Vediamole di seguito!
- L-carnitina: la forma naturale presente nei tessuti umani, direttamente coinvolta nel trasporto degli acidi grassi nei mitocondri. Si tratta della variante più abbondante sia nell’organismo che negli alimenti e ha una particolare affinità per i tessuti muscolari
- Acetil-L-carnitina: una forma modificata della L-carnitina che viene prodotta nei mitocondri grazie all’azione dell’enzima carnitina acetil-transferasi, che lega la carnitina a una molecola di acetil-CoA, coinvolta anch’essa nella produzione di energia. È precursore di neurotrasmettitori fondamentali e contribuisce alla sintesi della mielina, la guaina protettiva che avvolge le fibre nervose
- Propionil-L-carnitina: un’altra variante che mostra una particolare affinità per il tessuto cardiaco e per quello muscolo-scheletrico, suggerendo utilizzi più specifici in queste sedi

Fonti alimentari di carnitina
La carnitina si trova prevalentemente negli alimenti di origine animale, dove è naturalmente concentrata nei tessuti. Le fonti più ricche sono la carne rossa (in particolare manzo, pecora, agnello, maiale), il pollame, con livelli intermedi, inferiori rispetto alla carne bovina, le uova, il pesce, con quantità variabili a seconda della specie, il latte e derivati, che contengono meno carnitina, ma comunque una quota significativa in diete ricche di latticini.
Come alternative vegetali troviamo avocado, asparagi e tempeh, che ne contengono discrete quantità, sebbene molto inferiori rispetto alle fonti animali. Altre fonti vegetali, invece, hanno generalmente quantità trascurabili di carnitina. Questo significa che chi segue una dieta vegetariana o vegana potrebbe avere un apporto alimentare piuttosto basso di questa molecola, soprattutto se la produzione endogena non è sufficiente.

Deficit di carnitina: cause e sintomi
Un deficit di carnitina può avere diverse origini e si distingue in primario o secondario. Il deficit primario di carnitina è una condizione ereditaria rara, dovuta a mutazioni genetiche che colpiscono i geni responsabili delle proteine coinvolte nel sistema di trasporto e metabolismo della carnitina. A seconda del gene coinvolto e della gravità della mutazione, i sintomi possono comparire in età pediatrica, durante la crescita o anche in età adulta. Le manifestazioni cliniche sono variabili, ma possono includere: stanchezza marcata e letargia, confusione mentale, ipoglicemia, debolezza muscolare, gravi problemi al fegato, accumulo di grassi nei muscoli (miopatia lipidica), mioglobinuria (presenza di mioglobina nelle urine), disturbi neurologici neonatali e cardiomiopatia.
Il deficit secondario di carnitina invece è molto più frequente rispetto alla forma primaria, può derivare da diversi fattori, quali un apporto alimentare insufficiente, dovuto a diete scorrette o sbilanciate, una ridotta capacità di sintesi endogena, come accade in caso di patologie epatiche o renali, eccessive perdite di carnitina, legate ad esempio all’uso di alcuni farmaci (antibiotici, antiepilettici, zidovudina), o a condizioni come diarrea prolungata, un maggiore fabbisogno, come succede durante infezioni gravi, interventi chirurgici o intensa attività fisica senza adeguato recupero. In aggiunta anche patologie come diabete non controllato, ipotiroidismo o stress fisico prolungato possono ridurre i livelli disponibili di carnitina. Anche in questo caso i sintomi sono molto simili a quelli del decifit primario.

Integratori di carnitina: quando possono servire?
Dato il suo ruolo fondamentale nel metabolismo energetico, la carnitina è spesso presente anche negli integratori, pensati per aiutare l’organismo in caso di stanchezza fisica e mentale o affaticamento. Queste condizioni possono derivare proprio da un ridotto apporto alimentare o da un aumento del fabbisogno di carnitina. Gli integratori possono essere utili nei periodi in cui i ritmi di vita sono particolarmente intensi e si necessita di un maggior sostegno energetico, così come durante situazioni di forte stress. Anche quando si pratica uno sport intensa, questi integratori si rivelano ottimi alleati per favorire il recupero muscolare, o in caso di aumentata sudorazione, che spesso lascia una sensazione di spossatezza.

È importante, però, ricordare che prima di assumere integratori di carnitina si consiglia chiedere un parere al proprio medico, soprattutto in presenza di patologie o se si stanno seguendo terapie farmacologiche. Una volta che il vostro medico vi suggerirà il giusto trattamento, non dimenticatevi di dare un’occhiata agli integratori di carnitina presenti sul nostro shop online!